Cinema ed Occhiali? Sempre andati d’amore e d’accordo
Sono tanti i motivi che uniscono in una grande storia il cinema e gli occhiali, fino dagli esordi. Due realtà che sono sempre andate a braccetto. Si tratta in entrambi i casi ( occhiali e cinema) di due invenzioni dell’uomo.
Basta guardare una foto come questa. Con il cinema degli esordi che per stupire gli spettatori sulle possibilità narrative mostra in primo piano l’uso di lenti che fanno vedere una realtà che può apparire comica o deformante ( se vista attraverso una lente).
Ma lo sviluppo storico di entrambi si fonda sull’evoluzione della scienza ottica e sulla fisiologia della percezione. Così basta guardare una famosa foto che sta ovunque, tanto nei libri di cinema quanto in molte immagini pubblicitarie, dove si vedono tante persone riunite dentro un cinema munite di occhialini in cartone con lenti colorate – una verde ed una rossa – mentre guardano un film in 3D.
Essendo occhiali 3D tutti uguali, ed essendo di notevoli dimensioni, sono tali da coprire una parte del volto degli spettatori e questo accentua due aspetti: uno omologante, nei riguardi negli spettatori che sembrano tanti cloni, uno uguale a quell’altro e l’altro che accentua la percezione del cinema come luogo di attrazione, fra ipnosi e allucinazione.
Il cinema, ponendo tutto l’accento sull’aspetto visivo-acustico fa sì che la persona sia tutta indirizzata alla percezione attraverso solo due sensi ( udito e vista) e che in pratica il resto del corpo sia come immobile, che evidenzia come la attività percettiva in quel frangente sia strettamente legata all’organo visivo-uditivo, mentre il resto del corpo è praticamente immobile.
Sarà vero come ha sentenziato il filosofo francese Guy Debord che nella ‘società dello spettacolo’ ( ovvero la società dei nostri giorni) si sono potenziate oltremisura le facoltà dell’occhio umano, e che queste hanno contribuito ad estendere la logica dell’apparire a scapito dell’essere.